"I mestieri più difficili in assoluto sono nell'ordine il genitore, l'insegnante e lo psicologo"
– S. Freud
Le ragioni sottostanti a tale fatica possono essere le più disparate e raccontare di importanti cambiamenti fisiologici legati a fasi evolutive cruciali del ciclo di vita (come l’ingresso dei figli in preadolescenza e adolescenza), o eventi critici e significative modificazioni dell’assetto familiare (quali situazioni di separazione, nascita di un altro figlio, lutti,…).
Considerando la famiglia come contesto educativo primario all’interno della quale si realizza e si compie la crescita e lo sviluppo psicologico ed affettivo della persona, il lavoro di supporto alla genitorialità mira a sostenere il complesso compito educativo dei genitori, promuovendo nella coppia una maggiore consapevolezza e comprensione delle dinamiche relazionali, delle modalità comunicative e degli stili educativi messi abitualmente in gioco e adottati in famiglia.
Attraverso questo spazio i genitori vengono accompagnati a riconoscere l'importanza del proprio ruolo, rafforzando le proprie risorse parentali, imparando a riconoscere precocemente i segnali di disagio dei figli e a leggere in maniera efficace situazioni di conflitto e criticità, e favorendo una maggiore consapevolezza dei propri vissuti in relazione a quello dei figli.
In questa prospettiva, il lavoro di sostegno alla genitorialità può risultare prezioso non solo in situazioni di conclamata criticità, ma, più in generale, come strumento migliorativo a supporto della coppia genitoriale per la promozione del benessere familiare.
Il cammino di collaborazione genitori-psicologo non è destinato solo a situazioni critiche, ma anzi è indicato in ogni fase evolutiva o di cambiamento, dalle problematiche del sonno dei neonati, ai dubbi su come spiegare la sessualità ai bambini, alle difficoltà educative e scolastiche, fino al sostegno alle sfide poste dagli adolescenti.
L’adolescenza è una fase particolarmente critica: spesso i genitori arrivano davanti allo psicologo sostenendo di non riconoscere più il figlio, di non sapere più chi si trovano di fronte e quindi di scoprirsi completamente disorientati e sprovvisti di strumenti per affrontare il “nuovo figlio”. Un occhio esterno, può aiutare i genitori a ridimensionare il problema, a sviluppare uno sguardo diverso sul figlio e a individuare nuove strategie alternative condivise attraverso una linea di condotta comune. Il sostegno alla genitorialità, può essere utilizzato anche ad esempio nei casi in cui i genitori abbiano figli con problematiche come iperattività e disturbi dell’apprendimento e che di conseguenza abbiano bisogno di imparare a gestire il problema per rispondere ai bisogni educativi e affettivi dei loro figli nel miglior modo possibile.
L’obiettivo di un percorso per i genitori è pertanto quello di ridurre la sofferenza dei figli e dei genitori stessi, attraverso un lavoro sulla psicoeducazione rispetto ai sintomi, sulle dinamiche genitore-bambino e sulla regolazione emotiva.
Tuttavia un intervento di sostegno alla genitorialità non è rivolto necessariamente a “famiglie problematiche” ma a qualsiasi genitore che desideri migliorare la relazione con i figli e le dinamiche familiari.
” […] questo mi porta a quella che io ritengo la caratteristica più importante dell’essere genitori: fornire una base sicura da cui un bambino o un adolescente possa partire per affacciarsi nel mondo esterno e a cui possa ritornare sapendo per certo che sarà il benvenuto, nutrito sul piano fisico ed emotivo, confortato se triste, rassicurato se spaventato.”
– John Bowlby
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