I disturbi psicosomatici sono la risposta fisica ad un disagio psicologico.
Nei disturbi psicosomatici la sofferenza psichica viene espressa a livello corporeo perché troppo forte per essere rappresentata mentalmente.
Ogni sintomo fisico rappresenta un’istanza (emozioni, vissuti, aspetti di sé inespressi e sconosciuti) che, non trovando altro modo per esprimersi, si manifesta a livello corporeo.
Possono essere considerati pertanto come dei campanelli di allarme di un disagio più profondo.
Se ignorati, i disturbi psicosomatici tendono a cronicizzare, e possono portare a dei veri e propri danni a livello d’organo, anche se non derivano da una condizione medica sottostante né dagli effetti diretti di qualche sostanza introdotta dall’esterno. Spesso molte persone non sono consapevoli o faticano ad accettare il fatto che il funzionamento della propria mente influisca sul corpo in maniera così forte.
Le somatizzazioni possono coinvolgere tutti gli organi ed apparati del corpo umano; in particolare, possono coinvolgere gli apparati:
I disturbi psicosomatici sono riconducibili ad una iperattivazione del sistema nervoso autonomo (SNA) che, stimolato per lungo tempo, porta a modifiche neurochimiche importanti (si sono riscontrati elevati livelli di cortisolo, l’ormone che ci fa reagire allo stress, nei pazienti con disturbi psicosomatici).
Tuttavia è importante fare una diagnosi differenziale accurata per non rischiare di trascurare patologie la cui origine è prevalentemente di natura medica. Possono essere indicate, parallelamente, sia la consulenza psicologica che quella medica.
Un percorso psicologico può essere fondamentale per favorire la presa di coscienza da parte del paziente ed evidenziare i vissuti e le resistenze più profonde. Lavorare sulla dimensione emotiva è un primo passo verso il processo di guarigione e la ricerca del benessere psico-fisico.
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