Solitamente la crisi di coppia non è mai determinata da un singolo evento, ma da una serie di fattori che si ripetono.
L’evento scatenante tuttavia destabilizza la coppia, che di conseguenza entra in crisi.
Spesso è in questa fase che la coppia cerca un aiuto esterno e si rivolge a un professionista.
La conflittualità si può accendere in maniera significativa e si possono mettere in atto strategie comportamentali diverse per cui l’altro potrebbe sembrare diverso, non familiare o non riconoscibile.
Molte relazioni vanno in crisi per mancanza di alternanza della posizione relazionale nell’equilibrio della coppia: uno dei partner mantiene una posizione up nei confronti dell’altro, che non necessariamente si viene a trovare nella posizione down perché l’altro ce lo ha messo, molte volte ci si mette da sé, contribuendo attivamente a mantenere un assetto della relazione sbilanciato (complementarietà).
Nelle coppie simmetriche invece, dove entrambi i partner tendono a porsi ad uno stesso livello (uguaglianza della relazione), c'è il rischio di quella che viene definita "escalation simmetrica": la competitività prende il sopravvento, il conflitto trasforma radicalmente la relazione, fino a romperla, se l'escalation non viene interrotta.
E’ importante riconoscere i segnali della crisi di coppia.
Possono essere presenti alcuni, o tutti questi segnali:
La parola “crisi” deriva dal greco e significa “rottura, cambiamento”; può indicare la fine di una fase dell’amore, ma non necessariamente la fine dell’amore stesso.
La crisi di coppia è quasi sempre una tappa obbligata nell’evoluzione di un rapporto ed esserne consapevoli permette di affrontare la situazione in modo costruttivo.
Se la coppia è in crisi, non bisogna allarmarsi subito. La prima cosa che si può fare per superarla, è cambiare quella che è l’idea di crisi e il modo di affrontare i conflitti con il partner.
Dobbiamo ricordare che in ogni crisi risiede un’opportunità di cambiamento, anche se non conosciamo ancora l’esito o l’evoluzione del momento o periodo di crisi. Infatti, crisi coniugale, significa che l’equilibrio precedente non è più stabile, che bisogna cercare un nuovo assetto relazionale.
Quando una coppia attraversa un momento di difficoltà e i progetti di vita non sono condivisi, o magari non c’è accordo sulla gestione delle problematiche quotidiane, si accentuano le differenze tra i due partner, ed è facile che si inserisca una terza persona.
Se si vive una situazione relazionale problematica è facile ritrovare nella relazione “extraconiugale” l’ormai persa “leggerezza” dell’inizio di un rapporto.
Chi ha subito un tradimento sente l’insuccesso ed il crollo di un progetto condiviso. Prova rabbia, delusione e frustrazione. La persona tradita si trova a dover rielaborare un vero e proprio lutto.
Il tradimento però può essere un evento che non necessariamente porta alla rottura della coppia. Spesso
permette, se adeguatamente compreso e rielaborato, di ricostruire la coppia con un altro assetto. Di certo è un evento che mette fortemente in discussione un equilibrio precario, ma risulta una specie di “denuncia”, un “manifesto” della crisi di coppia. Da qui si può ripartire per cambiare e “ristrutturare”, mantenendo ciò che c’è di valore ed eliminando ciò che non è più funzionale al rapporto.
Problematiche di coppia più o meno consapevoli e difficoltà individuali possono esacerbarsi dopo la nascita di un figlio. Il passaggio da coppia a famiglia può compromettere l’assetto precedentemente raggiunto.
Con l’arrivo di un figlio, infatti, arriva anche una nuova figura affettiva con cui entrambi i genitori iniziano a relazionarsi. Questo nuovo ingresso corrisponde alla modifica degli equilibri precedenti della coppia.
Per i neo genitori è indispensabile rinegoziare i ruoli tra partner, ridefinirsi come genitori, confrontarsi con la famiglia di origine propria e dell’altro.
Diventare genitori, come accade in ogni tappa evolutiva, può mettere il singolo individuo davanti a vissuti di inadeguatezza e frustrazione. Le persone allora possono avvertire il partner come distante emotivamente e deludente e anche colpevolizzarlo per uno stato di sofferenza personale.
A volte un genitore può provare una dolorosa gelosia e può sentirsi messo da parte in nome di un diverso oggetto d’amore: il bambino.
I genitori poi possono cominciare a scontrarsi perché emergono differenti stili educativi e valori personali nel rapportarsi ai figli.
Anche la sessualità della coppia ne può risentire negativamente, per mancanza di tempo, stanchezza, calo della libido, ma anche per possibili cambiamenti del corpo della donna dopo la maternità, che possono essere vissuti male da entrambi, seppur per ragioni diverse.
Quando un rapporto di coppia è in grave crisi iniziare un percorso psicologico può rivelarsi utile. Con l’aiuto di un professionista è possibile guardare sotto la superficie e vedere che cosa sta accadendo alla psicologia di coppia, cosa ha generato il conflitto o cosa ha portato ad un’apparente insuperabile situazione di stallo. Sarà possibile accogliere nuovi punti di vista, nuove interpretazioni delle dinamiche di coppia, che da soli è molto difficile vedere.
L’aiuto psicologico può dare ai due membri della coppia la possibilità di condividere e confrontarsi su fantasie, bisogni, emozioni ed esigenze. Ciò accade all’interno di un luogo sicuro, dove tempi e spazi individuali vengono preservati. Con l’aiuto di un professionista si impara a identificare i modelli disfunzionali di pensiero e di comportamento che vengono ripetutamente attivati provocando interferenze nella vita di coppia. Fondamentale riflettere, all'interno del percorso, sui modelli familiari che ciascun membro della coppia si porta dietro e tende, a volte in maniera del tutto inconsapevole, a ripetere e trasferire nella relazione di coppia.
Naturalmente, l’esito di una terapia di coppia non è prevedibile a priori. L’esito può dipendere dagli obiettivi che la coppia si pone all’interno del percorso, dalla fase in cui si trova la coppia, dalla loro motivazione e da molti altri fattori, che vengono generalmente discussi nella prima fase della consultazione.
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